San Francesco e papa Francesco

di Secessionista


Anche se non sono cattolico ed ho molti motivi di critica verso la Chiesa Romana, trovo che gli attacchi a papa Francesco di questi giorni siano un’offesa al buonsenso. Si sono mosse persino varie associazioni animaliste, per dirgli, più o meno, di farsi gli affari suoi. Ora, ognuno di noi è libero di amare gli animali, finanche preferendoli agli esseri umani. Ma è indubbio che, se nella scala di valori di una persona un cane o un gatto sono più importanti, ad esempio, di un profugo, questa persona è affetta da un egoismo patologico. È molto più facile rapportarsi con un animale che con un bambino povero. È più divertente guardare il cane scodinzolante invece di cercare di alleviare le sofferenze materiali di un essere umano. Però è sbagliato. Oltretutto, papa Francesco non ha certo detto “odiate gli animali e amate gli esseri umani”. Tutto questo accade perché manca la capacità di immedesimarsi nell’altro e di “sentire” come l’altro. C’è del marcio nella Danimarca dei nostri cuori, quando piangiamo per l’esclusione di un nostro beniamino da un reality e restiamo indifferenti di fronte alle tragedie umane (alle quali riserviamo al massimo una ripresa video da condividere sul web). Ricordiamoci sempre le parole di Bertolt Brecht, laddove ci ammoniscono che se non reagiremo alle ingiustizie rivolte al prossimo, dopo dovremo tacere anche se ne diventassimo vittime noi stessi. Stavolta sto con il papa, e non m’importa di essere in minoranza.