Primavera Sacra

Storie dal sottosuolo

Categoria: politica

Hai preparato l’elmetto?

Il governo tedesco sta sollecitando la popolazione a fare scorta di cibo ed acqua almeno per dieci giorni. La notizia è riportata sui principali giornali occidentali (ad esempio la BBC, che riprende l’Allemeine Zeitung), con buona pace di chi la attribuisce ai complottisti. La giustificazione ufficiale è che la Germania deve far fronte ad eventuali attacchi terroristici. Ma le misure consigliate non sono tipiche della minaccia terroristica, bensì di una guerra su larga scala. Chi le vede come un escamotage per far crescere i consumi è un ingenuo o in malafede. I tedeschi non sono soliti stimolare i consumi in questo modo. Se si trattasse dell’Italia anch’io avrei creduto ad un trucco, ma stiamo parlando della Germania. Là i politici ci pensano due o più volte prima di dare notizie così “pesanti”. Quali sono gli scenari che potrebbero portare ad un conflitto globale? Qui da noi si parla quasi solo di Siria, dove Stati Uniti e Russia si stanno già fronteggiando, seppur per interposta persona; i russi appoggiando Assad e gli americani alimentando la destabilizzazione regionale. Ma ci sono altri punti decisamente caldi. Anche con la Cina gli americani hanno un contenzioso aperto, che riguarda la sovranità sul Mar della Cina (vedi qui: Fonte Reuters). Nei mesi scorsi ci sono state provocazioni tra aerei americani e cinesi proprio in quelle acque. E il Donbass? E l’Ucraina? Recentemente, Vladimir Putin ha accusato l’Ucraina di aver mandato suoi emissari in Crimea allo scopo di compiere attentati. Nella regione, la tensione è tornata alta ed entrambi gli stati stanno ammassando truppe nelle zone critiche. Non ho alcuna competenza sugli scenari finanziari, ma ritengo che potrebbero essere altrettanto determinanti nello scatenare un conflitto di ampia portata. Il dollaro sta tornando debole (pochi giorni fa il rapporto con l’euro era di 1 dollaro contro 1,30 euro) e il petrolio continua a scendere, dopo un’effimera fase di rialzi. Inoltre, il debito americano è in mano ai cinesi, che potrebbero stancarsi di finanziarlo, ottenendo il nulla in cambio. Negli anni settanta sembrava conveniente esportare le lavorazioni industriali, pagando meno la manodopera e allontanando le fonti di inquinamento. Nessuno previde che tra le conseguenze di questa scelta ci sarebbe stato anche un indebitamento oltre ogni immaginazione.

Post scriptum
Sono cresciuto in una nazione che ha pagato la sconfitta nella Seconda Guerra mondiale anche, anzi, sopratutto, accettando il colonialismo culturale americano. Ora tutto quello che arriva dall’America o dall’Inghilterra inizia a darmi la nausea, o più esattamente a farmi schifo. E se dovessi schierarmi mi metterei dalla parte di stati come la Russia, il Brasile, l’India e la Cina. Il capitalismo di stampo anglo-americano ha fallito, e il mondo ha bisogno di idee nuove.

Il futuro incombe

Anche se non riesco a immaginare che la soluzione ai problemi dell’inquinamento e del depauperamento della Terra sia tornare a stili di vita medievali, o ancor più primitivi, è indubbio che dobbiamo fare qualcosa, prima che sia troppo tardi. Se non possiamo retrocedere (pochi lo accetterebbero), allora dobbiamo spingerci più avanti. È evidente che i modelli di sviluppo basati sul capitalismo e sul consumismo sono fallimentari, ma questo non significa che possiamo tornare al baratto o all’agricoltura pre-industriale. Nel mondo finanziario, un passo avanti sarebbe l’adozione di una moneta unica standard che non sia legata agli interessi di un solo paese (oggi la moneta egemone è il dollaro); ad esempio il Bitcoin. La convenienza economica tende fatalmente a creare delle elìte i cui interessi sono contrapposti a quelli di altre elìte, e sopratutto a quelli generali. Ne è la riprova la strenua resistenza di chi ha interessi nel petrolio verso le nuove fonti di energia. La convenienza economica dev’essere sostituita quanto prima dalla convenienza globale di ogni scelta. Ancora una volta, l’esplorazione di nuovi “territori” è l’unica strada che possiamo percorrere per non soccombere ai nostri stessi errori.